Più che un vino… Territorio
Villa Manin
Villa Manin fu costruita nel corso del XVIII secolo da Ludovico Manin a testimonianza della ricchezza posseduta dalla nobile famiglia durante il periodo dell’ultimo doge di Venezia. L’imponente complesso della villa comprende un corpo centrale e due barchesse che delimitano il cortile d’onore, seguite da due esedre che abbracciano la piazza rotonda verso la campagna circostante.
La storia di Villa Manin si snoda seguendo le vicissitudini della famiglia omonima: a partire dalla fine del XVII secolo la famiglia Manin iniziò a concentrare l’acquisto di terreni nella zona di Passariano, punto strategico di transito tra l’area commerciale dell’Alto Adriatico e le rotte verso l’Europa centrale.
La strategia di concentrazione dei terreni portò alla creazione della “Fabrica di Persereano” (uno degli antichi nomi di Passariano), il cantiere che nei decenni successivi avrebbe dato forma all’attuale Villa Manin. Nella prima metà del XVIII secolo i Manin svilupparono l’intento di trasformare la villa in un centro attivo di produzione agricola e industriale dotandola di mulini, fornaci, cartiere e filande. Questa fase segnò l’ascesa di Villa Manin come simbolo di grandezza e potenza della famiglia, capace di competere con le residenze dei sovrani europei e superare in magnificenza le numerose ville costruite dai patrizi veneziani nella terraferma.
Nel corso dei secoli Villa Manin ebbe anche un ruolo significativo in ambito storico-militare.
Napoleone Bonaparte, uno dei suoi più illustri ospiti, il 17 ottobre 1797 firmò il Trattato di Campoformido che concludeva la guerra con l’Austria, consegnava i territori della Repubblica di Venezia agli Asburgo e metteva così fine alla secolare indipendenza della Serenissima.
Durante la Prima Guerra Mondiale, dopo la disastrosa ritirata di Caporetto, la villa ospitò gli Stati Maggiori dell’imperatore asburgico Carlo I e del Kaiser prussiano Guglielmo II. Il territorio circostante fu teatro di importanti movimenti militari, come la celebre “battaglia di Codroipo” del 1917, in cui oltre 300.000 soldati italiani si difesero contro quattro divisioni tedesche.
Durante la Seconda Guerra Mondiale la villa fu utilizzata come rifugio per le opere d’arte del Friuli, mentre nei dintorni si svolgeva la lotta partigiana.
Nel 1961 Villa Manin fu espropriata dal Ministero della Pubblica Istruzione e successivamente acquistata e restaurata dalla Regione. Oggi, con i suoi 8.500 metri quadrati di immobili e i 18 ettari di parco, Villa Manin è un centro culturale che ospita mostre d’arte, eventi musicali e svolge attività di catalogazione e restauro dei beni culturali. I visitatori hanno l’opportunità di immergersi nella storia e nell’arte di questo affascinante luogo, ammirando le splendide sale affrescate e godendo delle prospettive architettoniche e degli spazi fantastici che ingannano i sensi. Durante il periodo estivo, la villa si trasforma anche in uno scenario suggestivo per concerti e rappresentazioni teatrali.
Per maggiori info: www.villamanin.it